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Perché è importante parlare di Successione in Vita?

  • Immagine del redattore: Francesca Gerosa
    Francesca Gerosa
  • 7 mag 2020
  • Tempo di lettura: 5 min




Come tutti noi sappiamo, il DNA italiano è scaramantico; non gli piace parlare di successione e preferisce che siano i propri eredi a farlo per conto suo. Quanti di voi vorrebbero che il proprio patrimonio, costruito con grandi fatiche, fosse intaccato da importanti prelievi fiscali in fase di successione? E che fosse motivo di lunghe liti tra eredi?

Alcuni di voi mi dicono “Non voglio parlare di successione tanto quello che ho verrà dato automaticamente ai miei figli quali unici eredi legittimi. Poi i miei figli vanno d’amore e d’accordo, non ho nessun motivo per pensarci ora”.

L’ausilio di un professionista esperto in tema di passaggio generazionale è fondamentale perché vi aiuterà ad acquisire una serie di conoscenze che vi permetteranno di capire cosa è più utile per voi.

Pianificare la successione significa evitare molti problemi e molte spese; beneficiare di molteplici vantaggi, evitando imposte ove possibile (attraverso strumenti esenti), impedendo liti tra parenti, trasmettendo il patrimonio, oppure l’azienda con continuità e senza traumi.

In questo articolo andrò a sintetizzare le tematiche successorie più importanti.

Cosa vuol dire Pianificazione Successoria?

Pianificare significa determinare la destinazione delle proprie ricchezze ed evitare che sia qualcun altro a farlo. Attraverso strumenti dai costi minimi, o addirittura senza costi, e se desiderato anche riservandone una parte in misura preferenziale all’uno o all’altro erede (seppur all’interno delle norme di legge) senza incorrere in controversie giuridiche. Non dimentichiamo che l’eredità andrebbe pianificata anche da chi eredita.

La pianificazione è finalizzata a scegliere e non subire il destino dei propri risparmi.

Quale tassazione viene applicata?

La tassazione è oggi al minimo in Italia, ma destinata a crescere adeguandosi alle medie europee e mondiali. Attualmente in Italia l’imposizione massima è dell’8%, contro il 30% di Germania e Svezia, il 40% del Regno Unito, il 50% della vicina Svizzera, il 55% degli Usa e fino ad oltre il 60% di Francia.

Inoltre in Italia esiste una franchigia pari ad 1 milione per coniuge o parenti in linea retta (figli e genitori). Vuol dire che se l’insieme del patrimonio del defunto (immobili, liquidità, investimenti finanziari ecc.) è inferiore a 1 milione per ogni singolo soggetto (in questo caso coniuge o parenti in linea retta) allora non dovremo nulla allo Stato. Vi mostro una tabella riassuntiva:

Questa comodità “fiscale” successoria fa dormire sogni tranquilli agli Italiani, che risultano meno incentivati a pianificare il passaggio generazionale.

Negli altri paesi, dove la nostra regolamentazione fiscale successoria appare un lontano miraggio, si pianifica e si evitano gran parte delle complicazioni patrimoniali connesse alla successione.

Chi sono gli eredi?

La successione può essere di due tipi: testamentaria (nel caso in cui sia stato redatto un testamento) o legittima (in carenza di testamento ovvero quando il testatore non ha disposto di tutto il suo patrimonio attraverso il testamento).

Gli eredi sono i parenti del de cuius fino al 6° grado.

Il patrimonio del defunto può essere suddiviso in quota legittima e quota disponibile:

· Quota legittima: la legge tutela gli eredi (definiti legittimari) riservando loro una quota del patrimonio indipendentemente dalla volontà del defunto. Rappresenta quella porzione di patrimonio ereditario che è garantita per legge ai soggetti legittimari. Questo vuol dire che la leggenda che il Papà lascia tutti i suoi averi alla badante non è possibile per legge. La misura di tale quota varia a seconda del numero e della qualità dei legittimari.

· Quota disponibile: Accanto alla quota di legittima è prevista una quota “disponibile”, che rappresenta la porzione di patrimonio di cui il de cuius può liberamente disporre.


I legittimari sono:

· il coniuge (a cui è sempre riservata una quota)

· i figli sia naturali che adottivi

· gli ascendenti (nel caso in cui non ci siano figli)

Ricordiamoci che in caso di coniuge separato (quindi senza sentenza di divorzio) spettano gli stessi diritti spettanti al coniuge non separato.

La quota legittima è calcolata in funzione della composizione della famiglia (se è stato fatto testamento):



È importante sottolineare che ai fini del calcolo delle legittime va considerato il patrimonio in essere all’apertura della successione (ossia alla morte del defunto) sommato ad eventuali donazioni fatte in vita dalla persona passata a miglior vita.

Nel caso in cui fossero state fatte delle donazioni in vita che ledessero le quote di legittima, esse potrebbero essere impugnate da eredi nati e nascituri entro il limite di 20 anni dall’atto di donazione o, se minore, 10 anni dalla morte del donante.

Quali sono i diritti del convivente superstite?



Negli ultimi anni le famiglie privilegiano la convivenza, accantonando il legame giuridico che si crea attraverso il matrimonio. Il convivente superstite, non essendo un erede legittimo, non rientrerà nella suddivisione dell’asse ereditario. Molti di voi mi chiedono: “Quindi sono obbligato a sposarmi per tutelare la mia compagna?” La risposta è non necessariamente, è possibile tutelarla con un valido testamento e con l’utilizzo di specifici strumenti finanziari.

Inoltre un importante diritto è stato acquisito recentemente con l’ introduzione della legge “Cirinnà” (Art. 1, c. 42, L. 76/2016): al convivente superstite viene riconosciuto il diritto di abitare nella casa di proprietà del partner deceduto e adibita a comune residenza, per un periodo proporzionale alla durata della convivenza.

Dichiarazione di successione



L’apertura della successione solitamente coincide con la data del decesso, da quel momento gli eredi hanno 12 mesi di tempo per presentare la dichiarazione di successione.

Con tale dichiarazione, gli eredi, comunicano al fisco la consistenza del patrimonio ereditato su cui si calcolano le imposte sopra menzionate.

Nel caso in cui oggetto della successione non siano immobili o diritti reali, la consistenza del patrimonio non sia superiore ad € 100.000 e gli eredi siano il coniuge e i parenti in linea retta, non sussiste obbligo di dichiarazione.

Bisogna accettare sempre l’eredità?

No, dobbiamo sapere che quando si è beneficiari di un’eredità si subentra nella titolarità sia degli attivi che dei passivi del defunto.

I beni ereditati si uniscono con quelli personali e, qualora il defunto avesse contratto un debito, si subentrerebbe in questi obblighi rispondendo anche con il proprio patrimonio nel caso in cui gli obblighi fossero maggiori degli attivi. Bisogna prestare molta attenzione e accettare l’eredità con beneficio di inventario, in quanto la norma lo prevede.

Questa pratica permette di separare il patrimonio dell’erede da quello ereditato e quindi l’erede “non è tenuto al pagamento dei debiti ereditari e dei legati oltre il valore dei beni a lui pervenuti”.

Esiste un modo per verificare se un Caro aveva fatto testamento?

Sì, attraverso il “Registro Generale dei Testamenti”. Consente di conoscere se una persona venuta a mancare aveva fatto o meno testamento, in Italia e all’estero (in questo caso limitatamente agli stati che hanno aderito alla convenzione di Basilea del 1972).

E se dalle verifiche non troviamo nulla?

In questo caso il testamento non è stato redatto nella forma del Testamento Pubblico o del Testamento Segreto, e nessun Testamento olografo è stato depositato presso Notaio.


E’ molto importante farsi consigliare da un professionista per evitare errori ed massimizzare i benefici della pianificazione.


 
 
 

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